DEVENIR L’AUTRE: The project by Sara Gasparini

Intraprendere il percorso di scrittura della tesi ha implicato per me la riflessione e l’elaborazione di chi sono, cosa mi piace e mi stimola, che cosa voglio diventare e quali obiettivi devo raggiungere, che cosa è importante per me.

Durante la stesura sono sorti spontaneamente quesiti e considerazioni sulla mia condizione di donna nella società. Leggere Il secondo sesso di Simone de Beauvoir mi ha aiutato a svelare e comprendere alcuni meccanismi presenti nella vita di tutti i giorni e, soprattutto, ad acquisire maggiore consapevolezza di me stessa.
Mi sono chiesta se, come donna, agisco davvero liberamente. Come veniamo rappresentate noi donne? Ci comportiamo e mostriamo secondo ciò che scegliamo per noi stesse o inconsciamente ottemperiamo a principi che ci sono stati impartiti? Fino a che punto gli ideali proposti dai media possono condurre? E in che modo danneggiano e penalizzano la condizione della donna e il suo ruolo nella società?

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“Donna non si nasce, lo si diventa. Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l’aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell’uomo; è l’insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna. Unicamente la mediazione altrui può assegnare a un individuo la parte di ciò che è Altro.” (Simone de Beauvoir, Il secondo sesso, 1949)

La scrittrice e filosofa francese definisce la donna nella società attraverso una concezione di alterità che non implica una condizione di subordinazione. Ma nella società l’Altro (maiuscolo) viene identificato come un soggetto diverso, non al pari di sé e dunque situato in un piano inferiore, da sottomettere; mentre con il termine “altro” (minuscolo) viene espressa l’alterità in modo paritario, senza la supremazia di un individuo su un altro. Da qui la scelta del titolo della mia tesi: Devenir l’autre. 
 Dal mio punto di vista, la donna oggi non è ancora diventata semplicemente l’altro essere umano, non ha ancora raggiunto la completa parità rispetto l’uomo, e non si è ancora scrollata di dosso tutti i luoghi comuni e le etichette che da sempre la inchiodano a una ben determinata posizione che di certo non ha scelto per se stessa.
La questione femminile oggi è particolarmente calda, si pensi alla Women’s March, al movimento #MeToo o per quanto riguarda i social quello di #freethenipple.

 

Si può intendere la rappresentazione del corpo femminile come la sintesi della condizione della donna e della considerazione che si ha di essa nella società, ed è per questo che ritengo che anche la moda debba essere una questione femminista. 
 Ieri come oggi ci sono state e ci sono donne che hanno lottato e lottano per proporre la loro visione e la loro rappresentazione del femminile; è questa secondo me la via da seguire con tenacia e convinzione.

Devenir l’autre è il racconto del mio percorso di autocoscienza e autorappresentazione.
Ho deciso di far raccontare la mia storia attraverso le opere di Berthe Morisot, artista a cui mi sono avvicinata durante un viaggio a Parigi in cui mi sono sentita il più libera in assoluto.

Berthe Morisot era una pittrice francese, viveva nella Parigi del Secondo Ottocento e oggi viene considerata “La Donna Impressionista”. É riuscita a realizzarsi in ciò che amava di più fare, dipingere, e soprattutto è stata in grado di proporre la sua visione femminile del femminile in un momento storico fortemente ostile alle donne. É riuscita a diventare l’altro.

Nella fase di ricerca ho immaginato un percorso all’interno della casa, luogo in cui le donne venivano costrette e relegate; ogni stanza rappresenta una tappa del processo di autocoscienza che ho fatto compiere alla mia donna ideale. 
Il momento cruciale della presa di coscienza avviene in bagno. Guardandosi allo specchio, che diventa quindi uno strumento per conoscersi e non più per vantarsi o agghindarsi, la donna impara ad osservare, analizzare, comprendere ed accettare le sue emozioni e di conseguenza il suo corpo, la sua femminilità. Questo per me è il rosso. È accettarsi e volersi mostrare per quello che si è. È far uscire ciò che abbiamo dentro, da sentimenti e emozioni a lacrime, rabbia, irrequietezza. È il sangue, la sensibilità, l’imbarazzo, il desiderio, l’amore, l’energia, la consapevolezza, l’audacia, la creatività, la fiducia.

Sara Gasparini

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Designer & Stylist: Sara Gasparini @

Photographer: Davide Bettinelli

Model: Natalia Gnybczyt

Make Up Artist: Carla Curione

Posted by:BasiclyMag