Giugno è sinonimo di moda maschile: si è conclusa da pochi giorni la fashion week di Milano, sono stati giorni ricchi di show, presentazioni ed eventi per la spring summer 2019; guardando le nuove collezioni presentate si può notare che diversi designer hanno lavorato molto sull’abbigliamento sportivo e concentrandosi su una figura maschile assolutamente versatile. Uno di questi è stato Francesco Risso per Marni, il tema dello sport esce fortemente anche nella scelta della location: gli invitati erano seduti su delle grosse fitball verdi brillanti. Francesco Risso ha rivisitato, in modo un pò nostalgico, degli sport non convenzionali e tantomeno semplici come la boxe e la lotta. Tutto è pensato per qualsiasi categoria di sport, aleggia per l’intera collezione il ricordo dell’abbigliamento dello sport agonistico di qualche tempo fa: le linee sono morbide e cadono sul corpo con semplicità e adeguatezza. L’utilizzo come stampa di immagini molto grafiche e geometriche ci riportano in una dimensione molto vintage.
E’ doveroso esprimere un apprezzamento nei confronti di Ermenegildo Zegna il quale ha presentato la spring summer 2019 in una location di straordinario impatto artistico e culturale: La sede Mondadori di Segrate, costruita da Oscar Niemeyer nel 1975. L’architettura e l’ambientazione in toto ci portano in una dimensione ordinata e impeccabile, dove ogni cosa sta al suo corretto posto, dove non c’è niente da togliere e niente da aggiungere. Allo stesso modo la collezione ci ricorda il rigore e la classicità soprattutto nella palette colori dei capi che è elegante, con scelta di colori pastello. Si fonde con intelligenza sia lo sportswear sia il capo classico maschile, dai parka ai pantaloni a vita alta, abbinati a sneakers o sandali.
Alessandro dell’Acqua ci lascia a bocca aperta: La collezione di N°21 è un piacere per gli occhi, partendo dalle stampe delle camicie, passando per i marsupi legati in vita e arrivando all’uso spropositato del pvc trasparente. Streetwear e sportswear insieme, così facendo la collezione arriva facilmente a tutti noi, sia ai più tradizionalisti che cercano l’eleganza sartoriale sia la new generation che predilige la semplicità e la versatilità dei capi.
Abbiamo amato le foto stampate su camicie e capi spalla, l’utilizzo delle trasparenze con colori vivacissimi su trench e giacche.
Ha fatto parlar di sé la location di Fendi, il brand è solito scegliere illuminazioni molto forti, quasi asettiche; questa volta è stato fatto tutto il contrario, l’ambiente era completamente nero illuminato da luci rosse.Ii due colori sono quelli che dominano la palette della collezione. Un dualismo interessante, ci riporta in un’atmosfera mistica e surreale. Non a caso Nico Vascellari è presente in questa collezione e ha portato Silvia Venturini Fendi a pensare ad una collezione con un occhio nuovo e un po’ atipico per la casa.
Vascellari è noto per la sua ossessione per la mitologia e gli anagrammi che traspaiano di continuo nella sua arte e anche in questo caso nulla è al caso. FIEND AMOR anagramma di FENDI ROMA è un gioco divertente che ci affascina e non possiamo fare a meno di notarlo.Una nuova prospettiva, fresca e irriverente, inizia a farsi spazio. Non si lascia comunque la logomania: la maggior parte dei capi era ricoperta interamente dal logo con la doppia F, ormai considerato uno status symbol.
Prada ha scelto di portare avanti il suo tributo personale al nylon e alle stampe storiche del brand; abbiamo visto in passerella gli stessi copricapi già visti nella collezione donna, forse questa ripetizione è superflua. Una novità sono gli shorts-shorts, non adatti a tutti ma comunque gradevoli. Miuccia, con estrema sintesi, ha racchiuso la collezione in una sola frase detta ai giornalisti in backstage: “Ho cercato l’eleganza in un modo più nuovo e più giovane”. Disarmante as usual.
Armani ha portato in passerella un tipo di uomo raffinato, elegante e attento ai dettagli come solo Armani sa fare; vediamo sfilare le giacche iconiche del designer abbinate a pantaloni ampi e a vita alta. Da notare quanto riescano a essere espressivi i copricapi, dando una forte personalità ad ogni look. Addirittura il doppiopetto, simbolo dell’eleganza, assume un carattere molto più sportivo rispetto alla nostra classica visione. La palette colori utilizzata è prettamente chiara: grigio, sabbia, verde chiaro.
“La collezione è nata da diverse emozioni in momenti diversi e ciò che porto in passerella è una serie di uomini tutti differenti” Così Donatella Versace ci parla della nuova spring summer maschile. L’intera collezione non può passare inosservata, denim accompagnati da giacche sartoriali, ogni tanto un pizzo un po’ auto-ironico, stampe floreali e trasparenze.
La collezione di Versace è decisamente fresca, si è allontanata da tutto il revival precedente; ora guarda avanti e lo fa anche rivendicando la pronuncia esatta del nome del brand, storpiato continuamente …’’It’s Versace, not Versachee’’.