Viviamo oggi in tempi di forti tensioni. Voglia di cambiamento e attivismo sono già indiscussi protagonisti di questo nuovo 2019, proprio come lo sono stati nell’appena trascorso 2018. E quale miglior specchio di tali desideri e avant-gardismo sociale se non il mondo della moda? La 95esima edizione del Pitti Uomo tenutasi a Firenze ha infatti portato in scena molto più che aspettative e desiderio di cambiamento, ma una vera e propria celebrazione dei marchi più all’avanguardia del campo della moda uomo eco-sostenibile.
La moda green è stata infatti l’indiscusso volto e fulcro di questa edizione, rivelando alcuni tra i marchi e i concepts più interessanti tra i 1230 presenti all’edizione fiorentina. Il mondo dell’abbigliamento classico maschile si è materializzato qui nella sua dimensione più etica e moderna, testimoniando come molti marchi abbiano finalmente puntato al futuro e su materiali riutilizzati. I cosiddetti tessuti green sono stati il volto di questo Pitti Uomo: cruelty-free, riciclati e non tossici – ma soprattutto indossabili e con stile.
Dalla Peace Islands Collection di TRETORN X MAKIA
Pioniere del movimento del fashion etico sono le aziende RÆBURN – capostipite della moda funzionale ed intelligente e della rielaborazione di capi remade – ed Ecoalf, che da ormai cinque anni punta sullo sviluppo e sul design sostenibili, utilizzando tessuti provenienti da reti da pesca, bottiglie di plastica, pneumatici e fondi di caffè – ovviamente riciclati. Ecoalf – insieme alla stylist Ana Gimeno e al designer Tiziano Guardini – ha infatti portato al Pitti una capsule 100% made in Italy, di cotone post-industriale e nylon riciclato.
Ecoalf
Di poliestere riciclato sono invece i capi della collezione svedese-finlandese del duo Tretorn e Makia. La Peace Islands Collection – che include abbigliamento da sailing e quindi impermeabili, maglioni, stivali e altri capi – è ispirata all’isola finlandese di Åland e al sogno di un Mar Baltico più pulito e di un ecosistema marino più sano. Dallo stile similmente più sportivo sono anche i brand cruelty-free Save the Duck – reduce dal successo col volto dello scalatore Kuntal A.Joisher, che ha conquistato una vetta di 8516 metri indossando il brand e seguendo una dieta vegana – ed Esemplare. Quest’ultima nota per i capi in piuma sintetica Ecodown Fibers (ricavata dalla plastica), lana riciclata e pelliccia – ovviamente – ecologica: isolanti e perfettamente sviluppati per temperature molto basse.
SAVE THE DUCK X CHRISTOPHER RÆBURN
Importante, però, è notare che la gran parte dei brand eco-sostenibili che hanno catturato la nostra attenzione in occasione di quest’ultima edizione del Pitti Uomo di Firenze hanno uno stile e un approccio fortemente sportivo. Non c’è da sorprendersi se si pensa che il settore dello sportswear sia stato il primo ad essere travolto dalla crescente onda dell’ambientalismo moderno – dettata d’altronde da una generazione sempre più cosciente non solo degli irreparabili danni commessi in passato, quanto anche della reale possibilità di continuare a ripeterli in futuro. Per questo, però, ci saremmo forse aspettati un concetto molto più casual e più esteticamente innovativo per questa edizione – appunto – decisamente segnata dal trend eco-sostenibile.
Dulcis in fundo, è proprio per questo motivo che credo sia importante nominare un ultimo highlight di questa edizione, diretto forse proprio a queste nuove generazioni. Definito da tre concetti chiave: sostenibile, no-gender e vegan, Nous Etudions è sia un marchio di moda che un concept minimalista e giovanile, che vuole ribellarsi tanto ai rigidi schemi della moda tradizionale e al consumismo, quanto ai cambiamenti climatici.
Da CAPSULE 3D di Nous Etudions con Pardohats
Combinando uno stile più classico e casual a forme, patterns e colori che vogliono rompere lo schermo, Nous Etudions e l’Head Designer argentina Romina Cardillo vogliono raccontare di una moda green accessibile, giovanile, ribelle, e non solo funzionale.
– Written by Sara Lindgern