Abbiamo incontrato Isabel Benenato nel backstage dopo la sua sfilata super punk durante la Fashion Week maschile di Milano. Qui trovate l’intervista condotta da Alessandro con Isabel, speriamo vi piaccia!
Alessandro: Nella tua collezione, negli anni, hai raccontato una storia personale. Tu sei napoletana: dove sta la napoletanità nella tua collezione? E’ una cosa che tu senti?
Isabel: E’ una cosa che c’è sempre e ovunque, nel senso che essere di Napoli non vuol dire avere dei canoni precisi. Io ad esempio la ritrovo molto nella mia arte di arrangiarmi, nel trovare sempre il lato positivo in ogni cosa, anche quando siamo nel più totale caos. E’ una cosa che tanti napoletani hanno sopratutto mio padre. Quindi mi sento di dire di si, anche ad esempio nel colpo di genio dell’ultimo secondo che spesso i napoletani hanno.
A: Tu rispetto rispetto alla tendenza dell’over branding che invade le passerelle, che posizione hai?
I: Io rimango fedele a me stessa. Se sbaglio ne pagherò le conseguenze però vado a testa alta. Qualcuno me lo ha chiesto ma rimanere fedeli a se stessi è una cosa che alla fine ripaga. Se una persona riesce a raccontare se stesso anche in un periodo in cui la tendenza è diversa, siamo di fronte a un valore aggiunto. Di questo ne sono assolutamente convinta.
A: Al di là delle varie tendenze, si percepisce che hai una storia molto personale da raccontare. Chi è l’uomo per il quale disegni?
I: Sicuramente una persona sensibile, che ama la musica, che ama l’arte, una persona delicata, una persona che comunque è comprensiva, forse la persona che ho accanto!
A: quindi la musica è una tua fonte di ispirazione?
I: assolutamente si, sopratutto questa musica; queste tracce sono mie! Devo dire, non riesco a delegare! Così come per l’invito che è qualcosa pensato da me e molto personale.
A: dedichi molta attenzione alla maglieria. Da dove nasce questa passione?
I: La maglieria è super interessante, è un mondo completamente diverso dal tessuto e molte persone la sottovalutano. Con le trame, le rotture, riesco ad esprimermi tantissimo. Un tessuto lo compri così com’è, mentre la maglieria è un discorso molto interessante dove crei la superficie e la fantasia. E’ un lavoro molto stimolante ma impegnativo: per fare una maglieria interessante bisogna partire in anticipo, avere tanto tempo per sdifettare. Questo è come la vedo io poi ovviamente ci sono anche cose più semplici che vanno via veloce.
A: In questa sfilata abbiamo visto molta sartorialità.
I: E’ sartorialità Made in Italy, io produco tutto in Italia. Il punk era la partenza della collezione ma ne volevo dare la mia interpretazione, altrimenti sarebbe stato tutto distrutto e pieno di spille, invece è un modo mio di vedere il punk nel 2019, filtrato attraverso la mia visione.
A: Quanto è importante il colore per te e quanto la forma?
I: Lo sono entrambi. Il colore è importante nella maglieria. Poi amo senza filtri il nero e il bianco, forse perchè è un abbinamento che mi somiglia, essendo io una donna che non ha tante sfumature. Mio marito me lo dice spesso: “Un po’ di grigio no?”. Amo questi due colori ma la maglieria può essere più colorata ma penso che non ci sarà mai una collezione coloratissima, sarà sempre così. Almeno fin quando ci sarò io!
Alessandro Perriello