Le testate giornalistiche – del settore e non – ne parlano da giorni, ma la Fashion Week di Parigi si è conclusa solo ieri, lasciandoci ancora una volta senza parole. Sulle passerelle di questa edizione autunnale del 2019 sono passati capi dai design innovativi, dai temi più disparati e dagli stili più contrastanti.
L’highlight più importante di questa edizione sarà stato sicuramente Chanel. La collezione – l’ultima disegnata dall’indimenticabile Karl Lagerfeldt – ha camminato su un letto di neve solo pochi giorni dopo la scomparsa del celebre stilista. Quasi a voler commemorare la sua esistenza e il silenzio che ha lasciato dietro se, i capi hanno sfilato uno dopo l’altro sul sottofondo della sua voce.
Nonostante tutto, la collezione autunnale 2019 di Chanel sprizza solo gioia ed energia. Segnata da puffer jackets, mantelli in pelliccia, stivali da sci, tute bianche e dall’immancabile tweed bianco e nero – simbolo indiscusso del marchio parigino – la sfilata è stata chiusa sulle note di “We Could Be Heroes” di David Bowie, e con un mini abito da vera regina dei ghiacci, indossato dall’attrice Penelope Cruz.
E se Chanel ci aveva portato su silenziose ed eleganti montagne innevate, Givenchy ha celebrato con un’incredibile ritorno agli anni 80 – con un tocco più moderno. Con questa edizione, Givenchy ha portato sulle passerelle mega-cappotti e blazers dalle spalline simbolo di quegli anni, assieme a plaids e cinture alla vita.
Clare Waight-Keller ha però voluto sorprenderci ulteriormente. Aggiungedo agli strutturati temi e linee anni 80, un chè di più romantico: abiti floreali a collo alto ed elegantissimi abiti da sera.
Givenchy non è però stato l’unico ad inspirarsi agli anni 80 e a quelle indimenticabili ed irreverenti spalline. Nicolas Ghesquiere di Louis Vuitton sembra aver ammirato le forme e i pattern di quegli anni, aggiungendoci sfumature digitali, sia maschili che femminili, a volte quasi country.
Il marchio francese sembra infatti aver voluto ricreare molte tra le diverse sub-culture degli anni passati, ricreando così un melting pot di stili e forme diversi. Un tuffo nel passato segnato da tagli tomboy, giacche a fiori, gilet oversized, mini gonne e longuette in pelle.
E se la parola chiave per questa edizione di Luois Vuitton è Eclettismo, quella di Miu Miu è Fantasia. Una favola dal tono dark e un po’ emo, la collezione autunnale 2019 di Miu Miu c’ha portato sia print militari, perfetti per i climi più difficili, che floreali; giacche e mantelli; mini, skater skirts e collant con gioielli e fiori, calzature in glitter o velluto. Quasi in bilico tra realtà e fantasia.
In bilico (in senso positivo) è apparsa anche la collezione autunnale di Alexander Mcqueen, che per questa Paris Fashion Week 2019 ha rispecchiato molto di più il tocco personale di Sarah Burton – o almeno più di quanto ci si sarebbe aspettati. Assieme ai classici gioielli del brand, inspirati alla cultura del goth e del punk, e ai pantaloni tagliati in modo tipicamente Mcqueen, la stilista si è esposta con abiti bianchi, asimmetrici e dai motivi corallo, fuchsia e indaco.
L’inconfondibile tocco di Alexander Mcqueen non è mancato però alla selezione di abiti da sera, decorati con inserzioni metalliche e argento.
La collezione che però ha colpito di più in questa Paris Fashion Week 2019 è stata forse quella di Valentino. Pierpaolo Piccioli si è inspirato al Movimento per l’Emancipazione della Poesia che ha conquistato il mondo nell’ultimo anno, lasciando le strade di diverse città decorate con frasi poetiche. Alcune riportate anche sugli abiti dello stesso stilista: all’interno di cappotti, borse e scarpe, e tra i diversi strati di tulle. Per essere ammirati esclusivamente da chi li indossi.
Questo romanticismo segreto e moderno è forse il tema più importante della collezione Valentino, con i suoi completi-gonna neri, avvolgenti cappotti verdi, cappelli dalle frasi e disegni grafici, e gli inconfondibili abiti da sera, neri con taglio Bardot, o ultra femminili, con i loro strati di tulle, toni rosa e pastello.
- Sara Lindgren